In seguito alla lettera inviata il 15.03.2011 alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministri vari e Giudici vari dal Presidente dell’Associazione NAzionale italiana Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglie dei caduti – ANAVAFAF – Ammiraglio Falco Accame, più di 80 pagine di commenti e contestazioni alle audizioni della Commissione Senatoriale sull’Uranio Depleto, da certa stampa “declassato” col termine di “impoverito”, oltre ad una serie di allegati fra i quali emerge una “nota informativa” sull’Uranio Impoverito rilasciata dal Ministro della Difesa già al tempo delle operazioni in Kossovo (1999), tanto più valida a tutt’oggi , a fronte degli oltre mille ammalati con invalidità permanenti e le decine di morti riconducibili alle mancate misure di prevenzione e protezione dei militari italiani nelle particolari condizioni ambientali ed operative dovute all’uso, allo stoccaggio e all’esposizione degli stessi alle radiazioni Alfa , Beta e Gamma emesse dall’Uranio Depleto contenuto nel munizionamento usato dalla Nato, dalle Forze USA e da quelle italiane durante quelle operazioni di guerra. Già in quella nota informativa si parlava dell’Uranio Depleto contenuto nei missili Tomahawk usati allora ed anche ultimamente dagli americani . 300 Kg di Uranio Depleto ogni missile, e già ne sono stati usati contro i libici più di 100, ovvero tonnellate di polveri di uranio tossiche e radioattive diffuse dalle esplosioni nelle zone di impatto. Una contaminazione che già nella nota informativa di cui sopra si diceva: “…Il vento, la pioggia, turbative sul terreno possono riportare in sospensione o ridiffondere la polvere radioattiva vanificando gli sforzi per identificarla. ..La concentrazione sarà maggiore nei primi 10 cm del terreno in un raggio di 500 metri dal punto di impatto, anche se la polvere è in grado di viaggiare per oltre 40 Km dal punto di impatto a causa del vento…”.
A tutto questo c’è da aggiungere, come riportato dal settimanale Il Difensore Civico, che la maggior parte degli armamenti delle Forze Armate libiche furono a suo tempo vendute dal nostro Paese alla Libia come recita la richiesta di rinvio a giudizio fatta il 20.11.1989 dalla Dott.ssa Maria Cordova, allora Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Roma, nei confronti dell’ex Presidente del Consiglio dei Ministri On.le Giulio Andreotti, dell’ex Ministro della Difesa On.le Mario Tanassi , dell’ex Ministro del Commercio con l’Estero Gianmatteo Matteotti, di vari alti Ufficiali quali Rauber Vitaliano, Jucci Roberto, Rambaldi Eugenio, Henke Eugenio e tanti altri per: “…aver fornito centinaia di carri armati , cannoni, elicotteri da combattimento Agusta, Corvette missilistiche da 550 tonnellate ciascuna compresi i missili, veicoli trasporto truppe , apparati radar, munizionamenti e pezzi di ricambio …non certo nell’interesse delle Forze armate italiane che rimasero a lungo sguarnite di buona parte dei loro armamenti ma nell’interesse dell’Oto Melara e della Snia che ricavarono dalla rivendita di essi alla Libia cospicui guadagni e nell’interesse del Governo libico che riuscì così ad organizzare il suo esercito a spese di quello italiano…”. Senza contare i 240 aerei da caccia SIAI Marchetti SF260 venduti dall’Aeritalia alla Libia.
Senza ancora contare, come riportato da articoli usciti su Il Difensore Civico, L’Avanti e FORUM, a firma del giornalista Gabriele Ratini, l’addestramento militare fatto dai nostri ufficiali piloti impiegati nella ALI Aero Leasing SpA di Pier Francesco Pacini Battaglia, a quelli libici sulla pista dell’aeroporto di San Lorenzo in Sardegna, di proprietà della Avioelettronica Sarda ( di proprietà della FIGEROMA (100% Banco di Roma) e della CO.PLA.FI – Compagnie de Placement et de Financement – Svizzera), e presso l’Air Defence Command Libya di Tripoli. Solo nel 1980 migliaia di decolli, sorvoli e atterraggi su aerei MIG mai controllati dall’aeroporto NATO di Decimomannu dalla cui torre di controllo dipendeva la pista di San Lorenzo, ovviamente perché era stato dato loro anche il “CODICE NATO” che serviva appunto a non essere rilevati come voli nemici in area NATO. Dall’aeroporto di San Lorenzo, il 27 giugno 1980, decolleranno i 2 Mig in addestramento che causeranno l’ammaraggio del DC9 ITAVIA, detto di Ustica. Nel 1992 avverrà poi la fusione fra Avioelettronica Sarda, Ciset e VitroSelenia che diventerà VITROCISET Spa.