Vista la brillante capacità manageriale dimostrata per le modalità di privatizzazione dell’ Enav, il governo Rutelli all’ inizio del 2001 attribuisce la carica di Amministratore delegato dell’ Enav SpA. allo stesso Ing. Gualano, il quale, non a caso, succede a se stesso al vertice del medesimo Enav.
Anche in questa circostanza la scelta ricaduta sull’ Ing. Gulano non puo’ prescindere dalla competenza professionale atta a guidare un Ente che gestisce sostanzialmente la sicurezza del traffico aereo nazionale ed internazionale in Italia.
Ora è difficile poter accettare da parte dell’ Amministratore delegato dell’ Enav, dopo il disastro di Linate, la tesi secondo la quale, la mancanza del radar di terra sarebbe giustificata dalla legge che non ne impone la presenza.
Egli dovrebbe ben sapere che le disposizioni delle infrastrutture strumentali degli aeroporti (eventuali eccezioni confermano la regola) non sono stabilite per legge ma dalla diligenza professionale degli addetti ai lavori ai quali lo stesso ICAO si rivolge con le relative “raccomandazioni”, tenendo anche sempre presente che il radar di terra a Linate già esisteva mentre l’ Enav lo ha disinstallato senza la relativa sostituzione.
Se l’ ing. Gualano avesse mostrato una minima coerenza tra la presunta capacità professionale a base della scelta dell’ Amministratore delegato dell’ Enav e quella di formale responsabile del funzionamento anche del radar di terra di Linate, avrebbe convenuto che la gran parte delle apparecchiature di assistenza volo non sono installate per legge ma per l’ oculatezza professionale di chi dispone del potere decisionale di farlo (e per il quale lo stesso Ing. Gualano è remunerato con circa 700 milioni l’ anno).
Di tutto si può fare a meno, delle cose inutili, delle cose utili, e persino delle cose necessarie anche se non previste dalla legge. Ma quando per la mancanza del radar di terra i fatti smentiscono tanta disinvoltura con una tragedia costata 118 morti e svariate centinai di miliardi di danni, allora si vede che c’ è qualcosa di stonato nelle affermazioni dell’ Amministratore delegato la cui capacità professionale non sembra aderente a quella necessaria al massimo livello dell’ Ente Nazionale di Assistenza al Volo.
Se il radar di terra non è obbligatorio per legge, come l’ Amministratore delegato sostiene, è invece necessario che questo funzioni per evitare soprattutto nelle condizioni di scarsa visibilità di perdere il controllo degli spostamenti degli aerei nell’ ambito dell’ area aeroportuale; il disastro che ne è conseguito è la prova provata di questa necessità;
D’ altra parte la rete radar posseduta dall’Enav negli aeroporti e nell’ intero territorio nazionale si si compone di circa una cinquantina di sistemi che coprono con le loro onde lo spazio aereo italiano fino ai confini degli altri Stati mediterranei. Neppure queste apparecchiature sono previste per legge, e che cosa avverrebbe se valesse lo stesso principio sostenuto dalla’ Ammnistratore delegato dell’ Enav?
Ma anche rimanendo nel campo delle imposizioni di legge circa determinati comportamenti, esiste nel diritto il principio secondo il quale, quando viene conferito un incarico formale come quello attribuito dallo Stato all’ Ing. Gualano all’ apice della “assistenza” al volo, è consequenziale allo stesso incarico, l’ esercizio dei poteri impliciti della funzione, ossia, di quei poteri che l’ Amministratore delegato deve esercitare , come i provvedimenti tecnici ed amministrativi tali da rendere compatibile il fine della società con la sua stessa presenza di Amministratore delegato ai vertici dell’ Enav.