ENAV AL CENTRO TOLEMAICO DEI BUSINESS NEL NUOVO CONCETTO DELL’ ASSISTENZA AL VOLO IN ITALIA
Il danno maggiore che uomini di apparente affidabilità professionale possono arrecare dalla stanza dei bottoni delle società di servizi, dove di solito vengono collocati dai soliti politici di turno, è quello che si riflette nella quasi totalità dei casi, nel disagio sociale; disagio per la qualità del servizio prodotto e per gli elevati costi di produzione che in un modo o nell’ altro alla fine devono essere ripianti dai cittadini che lavorano e pagano le tasse.
Non a caso, infatti, il nostro giornale che si interessa delle relazioni e dei collegamenti tra l’ Italia e i paesi dell’ Est Europa aveva piu’ volte sottolineato una serie di irregolarità ed illeciti nella disinvolta pubblica gestione della piu’ importante società del sistema del trasporto aereo in Italia, quale è l’ Enav. Infatti, ogni problema interno di gestione di questo ente-società , si ripercuote fatalmente sull’ intero sistema del trasporto aereo con conseguente disagio per l’ intera utenza che per ventura o per sventura ha a che fare con gli aeroporti del nostro Paese.
L’ indotto economico di moltissime migliaia di miliardi che orbita intorno alle flotte nazionali e internazionali, al trasporto di milioni di persone, alle merci, ai servizi ed agli affari annessi e connessi con la possibilità di spostarsi rapidamente da un paese all’ altro, è così importante che all’ Enav che dovrebbe conferire la sicurezza a questi spostamenti , niente o quasi si nega perché tutto o quasi sembra dovuto.
Questa possibilità di saper condizionare intero sistema dei trasporti aerei con qualche colpo di tosse un po’ piu’ forte, è stata da tempo ampiamente monopolizzata dal sottobosco politico degli affari che non intende lasciarsi sfuggire la classica gallina dalle uova d’ oro.
La lobby del trasporto aereo che da tempo detiene il possesso delle leve di comando in Enav, in vista dei risultati delle ultime consultazioni elettorali temendo che qualcosa potesse cambiare nei vertici dell’ ente, decide di occupare anche gli ultimi presidi rimasti mentre l’ attuale Amministratore Delegato alla fine del 2000, succeduto a se stesso nelle vesti di Commissario straordinario, privatizza in tutta fretta l’ ente, a costo di spericolate operazioni contro legge.
Al centro del sistema del trasporto aereo domina (con lo stesso concetto che Tolomeo aveva della Terra) domina indisturbata l’ Enav , finora esaudita in tutte le sue pretese e senza la quale, piaccia o non piaccia, come in caso di sciopero od altro, non vola nessuno né in Italia né su gran parte del Mediterraneo.
Ecco la ragione del grande peso negoziale e dell’ interesse politico che la scalata delle esigenze personali, amministrative, o industriali di questo ex Ente pubblico, incontra nel tavolo delle trattative politico-sindacali, per essere soddisfatta.
Ecco la ragione degli indirizzi degli investimenti industriali coniati a ad “immagine e somiglianza” degli amministratori Enav per cifre da capogiro; cifre molto spesso destinate a raccogliere i resti di magazzino delle solite ditte che non riescono a vendere all’ estero le “tecnologie avanzate” che producono ma che rifilano invece, all’ Enav per migliorare in Italia …la stessa sicurezza di chi vola.
Ecco la ragione di certi progetti di installazioni di beni strumentali per l’ assistenza al volo, realizzati con il consueto metodo delle “approssimazioni successive”, addirittura dopo la stipulazione del contratto. Che dire del radar di terra dell’ aeroporto di Linate, il radar che non c’è ? Fu acquistato nel 1994 per quattro miliardi di lire, dopo sette lunghi anni i costi sono saliti a circa 10 e l’ aeroporto di Linate adesso è privo sia del radar vecchio che di quello nuovo.
Ecco la ragione per la quale un ente che dovrebbe indirizzare le proprie risorse ed energie professionali unicamente al controllo del traffico aereo per la sicurezza dell’ utenza, sembra dedicare la maggior parte dell’ impegno ad assurdi contratti miliardari o al giro degli affari delle partecipazioni societarie.
Scopi veri e scopi apparenti
Sembrerebbe che in Enav valga il principio secondo il quale chi non riesce a fare il proprio mestiere ( se così non fosse lo si dovrebbe spiegare ai familiari delle 116 vittime di Linate) si dedichi alla relazioni finanziarie.
E questo è anche l’ imprinting che i vertici dell’Enav devono possedere mentre invece l’ esperienza del settore della sicurezza del volo per quanto alla lobby del trasporto aereo interessa, diviene un optional.
Certo che non sono finora mancate all’ Enav le risorse finanziarie per procedere ad investimenti dei propri mezzi strumentali; altra cosa è la qualità e l’ effettiva utilità degli impianti di assistenza al volo dei quali l’ ente si è dotato per migliaia di miliardi in questi ultimi anni.
Senza andar troppo lontano nel tempo, solo nel 2000 la spesa per il così detto adeguamento tecnologico, è stata di oltre 250 miliardi di lire mentre quest’ anno sono stati previsti dall’ amministratore delegato Gualano quasi 600 miliardi.
Ma i proclami dell’ l’ Enav non finiscono quì; nel prossimo triennio, infatti, l’ ing. Gualano prevede una spesa di 1.450 miliardi, sempre per il famoso adeguamento tecnologico, quello stesso invocato negli anni precedenti (che come la tela di Penelope, ovvero, come il radar terra di Linate, non vede mai la conclusione).
E i fornitori ? Non ci sono ormai piu’ problemi si tratta delle solite ditte nazionali poichè di gare internazionali non se ne parla neppure; ogni ditta dell’ oligopolio che orbita intorno a Via Salaria 717, fornisce che quello che ha, altra cosa sarebbe effettivamente ciò che serve alla sicurezza del volo; ma questa è un ‘altra questione che in Enav non coincide con i fatti .
D’ ,altra parte anche l’ attuale ing Gualano, come un autentico figlio d’ arte proviene dalla schiera degli stessi fornitori. Infatti nel corso del 2000 dopo che l’ ex sindacalista Mancini aveva sufficientemente imperversato nella gestione dell’ Enav in qualità di Presidente del Consiglio di Amministrazione tanto da essere sfiduciato dallo stesso Parlamento.
Ma ecco simbolicamente uscire nella calda estate del 2000, dal cappello a cilindro del Ministro Bersani un coniglietto bianco in luogo di Mancini. Si tratta del commissariamento dell’ Enav quantunque non previsto né dalla legge né da regolamenti interni ma così era stato deciso per far posto, all’ uomo della privatizzazione, ossia , all’ Ing. Gualano, Amministratore delegato della società Marconi di Genova associata alla inglese Marconi.
Le solite strane coincidenze
La società genovese direttamente o indirettamente è un fornitore storico dell’ Enav avvalendosi fin dai tempi iniziali della costituzione dell’ assistenza al volo civile, soprattutto della ex soc. Ote di Finmeccanica .
Nel campo radar la Finmeccanica attraverso il gruppo genovese rientra tra i maggiori se non esclusivi fornitori di radar per l’ assistenza al volo che Enav acquista senza batter ciglio a prezzi salati tipici di un mercato privato della concorrenza internazionale se si esclude, beninteso la britannica “joint venture” di Alenia Marconi Sistem, siglata alla fine degli anni novanta.
La Finmeccanica avrebbe, infatti, venduto attraverso la soc. Fiar, in quanto attualmente entrata nella hoding in qualità di controllata, anche il nuovo radar di Linate ma quel radar per un verso o per un altro non apparteneva alla produzione del gruppo, poiché era stato realizzato dalla concorrente francese Thompson, ora Thales, mentre un’altra intrusa, proveniente del freddo della Norvegia, la soc. Navia avrebbe fornito o dovrebbe ancora fornire, i monitor di torre controllo e il software modificato dello stesso radar di terra per l’ aeroporto di Linate.
Una concorrenza che complica le cose, una tela di Penelope, che si è conclusa si! Ma con il tragico epilogo di 116 morti.
La funzione di Gualano non si esaurisce, però, con i radar della Finmeccanica in quanto egli è un imprenditore e in quanto tale in Enav compra e vende società come si trovasse a piazza Affari anziché in un ente responsabile della sicurezza del traffico aereo nazionale ed internazionale.
Lo scorso anno, ancora nelle vesti di Commissario l’ ing. Gualano non tardò a prendere in esame per il relativo acquisto per conto dell’ Enav , quattro aerei P180 della società Paggio di Genova per il controllo e la misurazione degli apparati dell’ Enav finora svolto all’ interno dell’ Ente da un settore denominato Radiomisure che si avvale di una piccola flotta di aerei equipaggiati allo scopo.
L’ occasione sfumò per le forti obiezioni sulla tipologia della scelta in quanto quel tipo di aerei della Piaggio si adattavano al sevizio di radiomisure come i così detti cavoli a merenda.
Entrando in maggiore profondità sui particolare di questa scelta a dir poco non professionale, venne fatto notare che a quei tempi faceva parte del consiglio di amministrazione della Piaggio Umberto Monopoli il quale, guarda caso, apparteneva allo staff di Bersani, quando questi era Ministro dell’ Industria e la società Piaggio sull’ orlo del collasso, fu salvata.
Lo stesso Bersani divenuto Minstro dei Trasporti ancora con Monopoli nel suo staff – le coincidenze sono strane davvero – nomina l’ ing. Gualano prima Commissario straordinario dell’ Enav, quantunque la legge non lo prevedesse, e poi amministratore delegato dell’ Enav trasformata di lì a poco in società per azioni dallo stesso Gualano, come visto prima.
Ma l’ Amministratore delegato dell’ Enav ormai in piena attività imprenditoriale a cui forse non è andato a genio il mancato acquisto degli aerei della Piaggio, sembra intenzionato a comprare e vendere flotte, come faceva Onassis a cui forse si inspira.
I primi di questo mese l’ ing. Gualano in frenesia di affari, costituisce con la partecipazione della milanese Tecnosistemi, una società per le radiomisure, la Italfligh sistem, a quote paritetiche affidando la gestione alla Tencosistemi.
Si lascia alla intuizione dei lettori , in luogo e a beneficio di chi, questa società dovrebbe effettuare le radiomisure e se queste iniziative sono compatibili con la funzione di Amministratore delegato dell’ Enav.
Ma anche qui – guarda le coincidenze – pochi giorni prima della costituzione della soc. Italflight, la società Tecnosistemi aveva siglato alla fine di settembre un accordo per la costruzione di un sistema di controllo del parco dei mezzi pubblici di Brescia dove tra i partners .della Tencosistemi a Brescia ritroviamo la Marconi di Genova.