I FONDATORI DELL’ EGITTO: CAM, MISRAIM E I SUOI SEI FIGLI
SCIENCE ET FOI – 3° trimestre 2003, n° 69
Yves NOURISSAT
INTRODUZIONE
Perchè studiare, in quanto cattolici, la storia dei fondatori dell’Egitto? È forse necessario per la nostra salvezza? Pare proprio di sì. In effetti, per la nostra salvezza, abbiamo bisogno di sapere da dove veniamo e dove andiamo. Ora, l’insegnamento ufficiale che la Bibbia ignora ed anche una buona parte degli uomini di Chiesa che non credono più alla sua storicità, non rispondono più a questa domanda. La realtà storica del nostro primo padre Adamo e quella del peccato Originale per la cui redenzione si è incarnato ed è morto sulla croce il Verbo, sono delle verità di fede incontestabili. Il Papa Pio XII, che nell’enciclica “Humani Generis” aveva ricordato il carattere storico dei primi 11 capitoli della Genesi, aveva anche chiesto che gli studiosi approfondissero le civiltà vicine a Israele per mostrare il carattere storico della Bibbia che era quasi universalmente rimesso in causa. È per rispondere a questa domanda che Fernand Crombette, che aveva già costatato il carattere scientifico della Bibbia a proposito della deriva dei continenti e della posizione centrale di Gerusalemme nel continente primordiale, si mise al lavoro e studiò la storia dell’Egitto.
È la sua opera, o piuttosto l’inizio di essa, che noi utilizzeremo per raccontare la storia dei fondatori dell’Egitto. Consulteremo essenzialmente il primo tomo del Libro dei nomi dei re d’Egitto, quello della Vera storia dell’Egitto Antico e la Genesi da riscoprire. Vi riscopriremo una storia per lo più ancora inedita dei personaggi favolosi che furono divinizzati e l’origine delle culture pagane che dovevano durare quasi senza interruzione fino all’avvento del cristianesimo. Le fonti utilizzate da Crombette sono La lista reale sumerica, pubblicata da Jacobsen, il Papiro di Torino, la lista delle dinastie di Manetone e la Bibbia, in particolare la sua lettura col copto secondo il metodo che egli ha scoperto verso la fine della sua opera. Bisogna aggiungere che, se egli ha scoperto la verità sulla storia dell’Egitto, è perché ha rimesso in causa il metodo di lettura dei geroglifici secondo Champollion e li ha letti come se fossero dei rebus in lingua copta, ed ha ammesso che tutta l’umanità attuale discendeva da Noè e dai suoi tre figli che avevano ripopolato la terra a partire dal monte Ararat.
I. MISRAIM, FONDATORE DELL’EGITTO
La Bibbia, al cap. 10 della Genesi, v.6., fa scendere il popolo egiziano da Misraim, figlio di Cam e dai suoi sei figli Ludim, Anamim, Luhabim, Naphtuim, Phatrusim e Chasluim. I popoli orientali, chiamando l’Egitto coi nomi di Misr, Mestraïa, Myara, Matzour, etc… confermano il testo biblico. Gli egiziani adoravano i loro primi generatori Cam, Misraim e Anamim-Mènes fusi in un solo Dio, Amoni, nome che si può comprendere in diversi modi con l’etimologia copta: “I primi pastori – I capi che hanno emesso la vita dei rampolli – L’immagine dei capi ardenti dell’inizio – Cam che mostra le sue parti inferiori – Cam che ha prodotto la vita – Quello che trasmette la vita – Quelli che per primi hanno prodotto la vita”. Cam era assimilato al sole che fa vivere, da cui il suo nome di Rê che veniva anche dato ai primi generatori, e di Figli di Re per i faraoni.
II. COSA SIGNIFICANO I NOMI DEI FIGLI DI MISRAIM?
L’analisi etimologica dei nomi dei figli di Misraim col copto ci permetterà di conoscere la loro personalità. Il suffisso “im” esprime l’idea di generatori di razza. In 3 nomi appare la sillaba “lu”, nome divino d’origine caldea che può comprendersi col copto: “Quello che fa le cose”. Ludim, Luhabim e Chasluim sono dunque degli uomini divinizzati che furono costruttori ed inventori. “Di” fu appunto l’inventore dei geroglifici, dei giubilei e della geometria; “Hab” inventò l’aratro e la mummificazione; “Chas” o “Chou” fu il costruttore delle piramidi e degli obelischi. La sillaba divina Tu che entra nel nome di Naphtuim si compone di “Ti” che ha i sensi di dio, di dare e di combattere; indica dunque un dio donatore, ma anche distruttore. Ora Naphtuim, maestro in navigazione, di cui si è fatto Nettuno, è chiamato anche Tifone e simbolizza allora il fulmine, l’uragano, la sterilità, l’omicidio: egli divenne l’assassino di suo fratello Osiris.
In Phatrusim, vi è Phtah-Rê-Ouz dove si vede trasparire la variante Osiris. Significa “Forza di Phtah e di Rê”, che sono Cam e Misraïm. Per Anamin, il suo nome comprende il prefisso divino An: e significa “Primo Signore” o “Primo generatore”. Ananim è il Menes di Erodoto che era considerato come il primo faraone. I figli di Cam, essendo soli, furono portati a sposarsi tra fratelli e sorelle. Quest’usanza si mantenne anche dopo nelle famiglie reali d’Egitto. Misraïm ebbe da sua moglie Rhèa, femminile di Rê, oltre ai sei figli precitati, sei figlie che in greco sono: Héra o Téleutè, sposa di Zeus, forma greca di Thoth, altro nome di Ludim; Athyri o Hathor, sposa di Ananim-Ménès; Antiopè, déa della notte, sposa di Luhabim; Nephtys, la lontana, sposa di Naphtuim; Isis, sposa di Phatrusim-Osiris, e Typhois sposa di Chasluim. É la storia dettagliata di questi differenti personaggi che andremo ora a raccontare.
III. IL DILUVIO UNIVERSALE, I FIGLI DI NOÉ
La storia egiziana comincia quasi con l’uscita dall’Arca alla fine del Diluvio, che Crombette ha potuto datare al 18 aprile grégoriano 2347 a.C.. In effetti, Misraïm dovette nascere dopo Chus, primo figlio di Cam, un anno o due dopo questa data. La famiglia di Noé dovette restare unita qualche tempo ai piedi dell’Ararat, nell’alta valle dell’Araxe nella città di Dighour che sembra essere la più antica posteriore al Diluvio. È là senza dubbio che avviene un episodio analogo al peccato Originale e che doveva avere gravi conseguenze per la storia dell’umanità. Noi citeremo, per raccontarlo, la traduzione di quel passaggio fatta col copto e che traiamo da La Genesi da riscoprire:
La moglie di Noé, rinnovando (quella di) Adamo, essendo nuda e seducente, lo fece bere molto1; deliziandosi estremamente, egli si ubriacò, andò barcollando e perse i sensi, ed evacuò il suo vomito; eccitato dal liquore preso, andò a letto, essendo spinto ad imporre ciò che è il diritto del matrimonio; poi, avendo voglia di dormire, si tolse la veste che gli copriva le gambe e mostrò la sua nudità, lasciando la porta socchiusa, il che permetteva d’entrare2.
Vedendo l’apertura, l’ultimo ramo di Cam, che era cattivo, si introdusse attraverso la porta e, osservando le parti genitali, invece di celarle, andò a dirlo a lui che, senza neanche allontanarsi, si rallegrò molto perché il capo svelava la sua regione inferiore, messa a nudo, (e) ridendo, lo disse subito fuori a Sem e Jafet: costoro, temendo di offendere la stima data al capo, rifiutarono la vista delle cosce e delle parti genitali del capo che aveva generato i figli. I fratelli del rampollo iniziale dichiararono intoccabili le parti genitali del primo che aveva diffuso la vita intorno e che, mediante i suoi primogeniti, avrebbe aggiunto germi fino al cerchio universale delle acque; camminarono fin là, entrarono alla rovescia nella casa verso il capo che metteva a nudo il suo calore, e gettarono una coperta su colui il cui ardore aveva diffuso la vita intorno e, mediante i suoi primogeniti, lontano. Lasciando la casa in cui il capo metteva a nudo il suo calore, chiusero la porta con gran cura.
Quando Noè, avendo (ritrovato) il suo buon senso, ebbe tolto ciò che lo copriva, vide la sua vergogna; egli l’addebitò al fatto che la sua corruttrice era stata quella da cui erano usciti i suoi figli; lasciò il suo letto, si vestì; i suoi figli vennero alla sua presenza; i saggi gli dissero ciò che lo riguardava e poi disse: “Questo cane maledetto di Canaan sia allontanato, l’abominevole che, avendo trovato la porta socchiusa, ha mancato alla stima della persona del capo iniziale; il capo maledice la sua razza”.
26-27 E il capo disse poi, alzando la sua voce, un’invocazione a Djehoouôh affinchè Egli estendesse verso Sem la parola di protezione tolta a Canaan, allontanato dal suo cospetto, l’uomo cattivo. Egli disse al Dio del cielo, Ehélohidjm: “La parte di Jafet che ha detto di coprir(mi) per far scomparire il disonore, il mio ultimo ramo, sia la migliore”. Egli disse a Sem di impossessarsi della superiorità, di allontanare dalla sua faccia Canaan, l’uomo cattivo3.
E Noè, tormentato per quanto era stato fatto di contrario, essendo ciò stato provocato dalla sua sposa che, per mettere in ardore la sua carne, aveva (fatto) bere il suo uomo, la congedò a vita. Disgraziatamente, essa introdusse l’idolatria, formando un culto religioso con danze convulsive, senza vesti. Noè, al quale era stato fatto sapere che la madre degli uomini, da lui congedata a vita, aveva purtroppo introdotto l’idolatria e stabilito danze senza vesti, morì.
Noi vediamo dunque che, appena terminato il Diluvio, una parte dell’umanità, trascinata dalla moglie di Noè che fu divinizzata sotto il nome di Astarte, ritorna all’idolatria. Cam e i suoi figli lo saranno. La Genesi ci dice che in seguito essi occuparono il Sennar, che significa “tra i due fiumi” cioè tra il Tigri e l’Eufrate, e che si chiama ancora la Caldèa. È un paese molto ricco, coperto di tamerici, di salici, di acacie e di datteri ma dove si può anche coltivare il frumento, l’orzo e l’avena. Si può datare l’arrivo dei figli di Cam in Caldea nel 2227 a.C. giacchè, come rapporta Simplicius, “durante la presa di Babilonia da Alessandro, nel 327 a.C., Callistene inviò a suo zio Aristotele una raccolta delle osservazioni di tutte le eclissi di 1900 anni”. D’altra parte, lo storico caldèo Beròso dà una lista di dinastie reali dal 2225 anni avanti-Cristo fino ad Alessandro.
IV. I REAMI PROTO-EGIZIANI
Crombette ha potuto situare i regni dei proto-egiziani nel Sennar e stenderne una carta grazie alla sua interpretazione di una lista reale detta sumerica studiata da Jacobsen che dà, dopo dieci primi re antidiluviani, una enumerazione di 23 re che avrebbero regnato 24.510 anni, 3 mesi e 3,5 giorni. Crombette dimostra che questi re sono i pronipoti di Noè che avrebbero regnato in media 29 anni circa, il che corrisponderebbe alla durata dell’occupazione del Sennar prima della Dispersione che sarebbe avvenuta nel 2197,5 a.C..
Egli localizza ogni reame, ma noi oggi ci occuperemo solo di Cam, Misraïm e i suoi sei figli. Cam regnò a Kish il cui nome attuale El Oheimir può d’altronde comprendersi “Il posto del gran dio bruciante di passione”. Egli vi avrebbe abitato con sua moglie Nidaba il cui nome si può comprendere “Quella a cui appartiene di fare la tela”. Poi Misraïm regnò a Kout-al-Hamara, sul Tigri, in faccia a Kish, giacchè il suo nome si può comprendere “Il posto del figlio del primo dio, Cam”.
Il nome del re seguente è Nangish-Lishma: Crombette mostra che si tratta di Seth-Naphtuim e che regnò a Hilleh, località vicina a Kish e alla Torre di Babele. In effetti, Ningirsu si può interpretare in copto: “Quello che è alla porta del dio”, che è uno dei significati di Babel o Bab-Ilu, e Nangish si tradurrebbe piuttosto “Quello che è vicino a Kish”. Inoltre, Nangish può anche comprendersi “Quello che ha allungato il legno della lancia”. Ora, Seth-Naphtuim era rappresentato sulle monete del nòmo4 di Leontopolis del Basso-Egitto [o Delta] portatore di una lancia con punta metallica. Si ritrova questo senso in uno dei nomi di Seth, Sethek, che significa: “l’allungatore dello spiedo; il fabbricante della lancia”. Infine il nome di Hilleh, la capitale di Naphtuim si può comprendere: “Dove è stata fatta l’estremità”.
Nella successione dei re viene poi Bahina o Bunene. Il senso del suo nome in copto è: “Il capo che è simile a una lepre, che è a immagine di una lepre”. Ora, Osiris-Phatrusim era rappresentato in geroglifico da una lepre. É dunque di lui che si tratta. Il complemento “am”, quando esiste, indica un capo genealogico.
La città di Diouanyeh, sull’Eufrate, a sud di Hilleh, fu forse la residenza di Osiris, giacché il suo nome si può interpretare: “Il paese del dio-Lepre”. Ugualmente, la città di Isin dovette essere stata fondata da lui in onore di sua moglie Isis.
Poi, c’è Bu-An-Um. Ora Bô significa, bastone del capo, gloria, onore. Si tratta senza dubbio di Anamim nel quale entrano il vocabolo divino An e il nome Ham sotto le forme Um, Im, Ium. La sua capitale avrebbe potuto essere Drehem che si può trascrivere: “Dove l’uccello da preda governa”, il che non è affatto strano se si sa che Horus, altro nome di Anamin, era rappresentato da un rapace.
Kalibum, che viene dopo, è riferito da Jacobsen al sumero Kalbum, cane. Ora, Luhabim aveva per immagine il cane-lupo. É dunque identificato. La sua residenza fu forse Warka, vicino all’Eufrate, a sud-est di Diouanyeh. Warka, in effetti, si interpreta: “Là dove il cane si è stabilito”. Alla punta sud di questo territorio si vede ancora una città di Arkah: “La terra del cane”: Hoor = canis, Kah = terra.
Il re seguente è Qalumu(m), nome il cui senso, in caldeo, è agnello. Questa parola si può comprendere: “Il capo che ha introdotto il corno dell’ariete”, o più semplicemente, senza la “m” finale, “Il capo dal corno di ariete”.
Ora, fu Chasluim-Shou a dare come unità di misura il corno di ariete, detto corno di Amon, così come egli istituì pure il grande gomito (o cubito). La sua residenza poté essere Umm-el-Agareb, il cui nome si può comprendere: “Il dotto capo che ha fatto una misura del corno di ariete”. La città di Djokha dovette essere ugualmente sua, poiché si può tradurre: Il capo del cubito, o: Il capo della canna-misura, altra misura data da Chasluim.
Non manca più che un re per aver ritrovato i sei figli di Misraïm, ed è Ludim. In questo punto, la lista ha Zuqaqip. Si può tradurla in copto: “Le parole che gettano un sortilegio”. Si tratta dunque certamente di Ludim, l’uomo delle parole magiche. Una prova ulteriore: nella prima divisione del Delta, Ludim riceverà nella sua parte il lago Timsah che si chiamerà lago dello Scorpione e vicino al quale fonderà, in nome di sua moglie Hèra, la città di Héroopolis.
Il nome reale sumerico prende ancora la forma Dug-gagi-ib, dove si può vedere: “L’ibis che ha lanciato le parole profetiche e magiche”. Ora l’ibis era l’uccello totem di Ludim. La sua capitale dovette essere la località attualmente chiamata Tell-Djit, che ha il senso di collina del dio delle parole. La città vicina di Surappi sembra, per la sua onomastica, aver ugualmente fatto parte del reame di Ludim, giacché Surappi può comprendersi: “Il padre, il capo o la sommità delle luci”.
carta 1
Abbiamo così ritrovato e localizzato i primi reami dei proto-egiziani. La carta 1 ne mostra la ripartizione. Notiamo che vi si trova un canale, Shatt-en-Nil, a indicare che Misraïm e i suoi figli daranno al fiume d’Egitto, che troveranno più tardi, un nome che era loro familiare in Caldea. Da notare infine che il paese di Sumer o Shoumer è quello di Cam e dei suoi discendenti.