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Home medicina

Dossier ecstasy

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22 maggio 2018
in medicina, Q- Medicina
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Dossier ecstasy
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Storia
L’ecstasy fu brevettata nel 1913 dalla compagnia tedesca Merck, nel brevetto non se ne specificava l’utilità, tuttavia l’ecstasy venne usata per le sue propietà dimagranti (comuni a tutte le anfetamine). Nel 1953 il “U.S.A. Army Chemical Centre” se ne interessò per poi tuttavia concludere che la sua tossicità era troppo bassa per essere utilizzata per fini bellici. Il primo che s’interessò all’Mdma per le sue propietà psicotrope fu Alexander Shulgin nel 1976. Negli anni 80 l’ecstasy fu utilizzata negli stati uniti come psicofarmaco perché ritenuta in grado di contrastare l’ansia e di indebolire le resistenze psicologiche sia del singolo che nelle terapie di coppia. Come nel caso dell’L.S.D., nato come psicofarmaco poi proibito in quanto “droga” (parola dalla definizione estremamente evanescente), nell’85 l’ecstasy diviene illegale negli stati uniti per poi divenirlo anche in Italia il primo luglio 1990.
La chimica:

  • Cos’è l’ecstasy

Ecstasy è il nome con cui si indica l’Mdma (3-4-metilenediossi-N-metilanfetamina) cioè un composto semisentico strettamente imparentato con le anfetamine, tuttavia, essendo una fenetilamina, ha anche attinenza con la mescalina. Il processo di sintesi è piuttosto semplice, tanto che è possibile produrre ecstasy a livello amatoriale bastano poche nozioni di chimica e piccoli spazi attrezzati.

  • Effetti

Bisogna dire innanzi tutto che è sempre difficile descrivere gli effetti di una droga sia per i numerosi fattori che possono influire sia per la diversa reazione di ciascuno. Tale descrizione risulta poi impossibile per me che non ho mai assunto ecstasy quindi mi limiterò a riportare dei passi da “Altrove” numero due (cioè annuario della società italiana per lo studio degli stati di coscienza) edito dalla “Nautilus” e dalle testimonianze di consumatori con cui ho parlato o di cui ho letto via internet:

  • Effetti desiderati

Pare che l’ecstasy dia una sensazione generale in cui tutto appare giusto e buono per il mondo in una sensazione di pace e di gioia totale. Sembra inoltre che molte cose che generalmente si danno per scontate appaiano incredibilmente belle e interessanti. Si dice inoltre che sotto gli effetti dell’ecstasy si abbia una sensazione di totale rimozione delle barriere inibitorie che potrebbero ostacolare la comunicazione con l’altro. Un altro presunto effetto dell’ecstasy è quello di aumentare le percezioni sensoriali.

  • Effetti indesiderati acuti. (che si manifestano nelle 24 ore successive all’assunzione di ecstasy)

Anche in questo caso è importante sottolineare la soggettività delle reazioni all’ mdma, comunque pare che assumendo ecstasy si vada incontro a secchezza della bocca, tiramenti di mascella, digrignamento dei denti movimenti involontari degli occhi, sudorazione eccessiva, nausea e tachicardia dal punto di vista fisico.
Dal punto di vista della chimica pare che dopo l’assunzione di mdma diminuisca velocemente la serotonina (il neurotrasmettitore che probabilmente si occupa degli stati d’animo, della regolazione del calore corporeo e dei cicli del sonno e della veglia) nel cervello.

  • Effetti indesiderati a lungo termine

L’ecstasy se usata a lungo genera tolleranza, questo vuol dire che per ottenere gli stessi effetti delle prime volte è necessaria una quantità maggiore di mdma. Molti studi sostengono che l’ecstasy provochi una costante diminuzione della produzione di serotonina, anche se non è ancora stato dimostrato scientificamente, e una conseguente tendenza alla depressione.

  • Morire di ecstasy: è possibile? Come?

L’ecstasy se assunta da sola non presenta gravi rischi per una persona sana: la dose letale è molto superiore a quella efficace. Tuttavia per le persone ipertese e con problemi cardiaci, renali o epatici i rischi sono indubbiamente superiori datosi che l’mdma è un cardiotonico. L’ecstasy diviene assai più pericolosa se combinata con altre droghe o alcuni antidepressivi (i mao inibitori). L’euforia prodotta dall’ ecstasy può spingere a ignorare la sete con rischi di collasso per disidratazione o ipertermia (quasi mai letali). In Italia il rischio più grosso legato all’ecstasy è il taglio: nelle pasticche vendute illegalmente e che il consumatore non ha modo di controllare potrebbe esserci di tutto. L’unica testimonianza della qualità della pasticca si può avere dal sapore molto amaro, ma anche questa non è molto affidabile. Mai mischiare l’ecstasy con: quantità non irrisorie di alcol, ocaina, altre anfetamine o droghe cardiotoniche di alcun genere (anche la cannabis se assunta per via orale sotto effetto di ecstasy può dare problemi al cuore.)

I luoghi comuni

Ecstasy, stampa e società: spettacolarizzazione, ipocrisia e repressione.
Negli ultimi tempi la stampa ci ha riportato notizie del “boom” dell’ecstasy nel nostro paese in seguito alla morte di un ragazzo in una discoteca. Sentendo parlare di “pasticche killer” e temibili droghe sintetiche ho voluto informarmi ed ho scoperto alcune cose interessanti su cui vorrei si riflettesse: l’ecstasy non si è diffusa solo quest’anno nel nostro paese, né c’è stato un particolare aumento del consumo (come è stato, invece, per la ben più letale cocaina). I morti per alcol, droga venduta in regime di monopolio di stato, sono migliaia di volte più numerosi di quelli di qualunque altra droga e questo non fa notizia. I nostri politici anziché investire in prevenzione rafforzano le misure repressive: in Olanda il consumatore di droghe si può tutelare analizzandole con gli appositi kit diffusissimi, in Italia la polizia si fornisce di test per inchiodare i tossicomani, il giudizio su chi è più civile lo lascio al lettore. La stampa ha messo in campo tutte le sue forze in una campagna di disinformazione e terrorismo psicologico ignorando quell’obiettività che dovrebbe essere un dovere etico del giornalista. Quanti si sono chiesti perché un ragazzo assume ecstasy prima di giudicarlo? Onestamente ho sentito molti tuttologi che si chiedevano: “Come mai questa fuga dalla realtà?” senza neanche sapere quanti sono coloro che lo fanno per sfuggire e quanti invece per capire la realtà guardandola da un altro punto di vista (come mi hanno riferito molti consumatori che ho interpellato). Io ritengo il consumo di ecstasy un errore ma penso che prima di condannare un atteggiamento o una scelta altrui sarebbe meglio almeno informarsi sull’argomento senza basarsi su opinioni comuni e il sentito dire. Non è che, forse, i giornalisti sono drogati d’audience più dei ragazzi che prendono pasticche d’ecstasy? Per informarmi ho provato a chiamare il numero “infoecstasy” dell’A.L.A. di Milano. Mi ha risposto un operatore disponibilissimo che dopo avermi fornito alcune informazioni mi ha confermato che spesso i mass-media esagerano o pubblicano informazioni parziali e forvianti riguardo l’ecstasy confidandomi che personalmente era preoccupato più del crescente aumento dei consumatori di cocaina rispetto alla presunta emergenza ecstasy. Sarebbe molto utile informare i giovani sui rischi reali che corre nell’assumere ogni singolo tipo di sostanza psicotropa (alcol e psicofarmaci inclusi) attraverso un discorso equilibrato e realistico senza esasperazioni e senza alcuno sconto. Il terrorismo psicologico ora in atto serve solo a minare la fiducia dei ragazzi nei canali ufficiali di informazione, che tendono a fomentare i timori della gente per tenerne alta l’attenzione con il conseguente ritorno in audience. È di questi giorni la notizia di un raggiunto accordo fra il governo e il sindacato dei gestori di discoteche riguardo ad alcuni incentivi per fare delle discoteche dei luoghi più sicuri riguardo al problema delle droghe, quest’accordo comprende misure utili finalmente, come l’idea di incentivare il consumo di bevande analcoliche alzando i prezzi di quelle alcoliche, queste iniziative sono infatti più preventive che repressive. Imponendo a tutti i locali lo stesso orario di chiusura ad esempio si può evitare che ragazzi in stato di forte eccitazione per la musica o altro si mettano al volante alla ricerca di un locale che chiuda più tardi. Forse non tutti sanno che è più rischioso acquistare ecstasy in una discoteca che a un rave party illegale: mentre nelle discoteche arrivano soltanto le droghe provenienti dalla malavita organizzata, nei rave spesso sono gli stessi organizzatori e musicisti a mettere in circolazione le droghe spesso da essi stessi autoprodotte per loro e per la loro festa, non hanno quindi interesse a mettere in circolazione veleni o droghe poco efficaci che nella loro logica rovinerebbe la loro festa. Infatti dietro il fenomeno ecstasy non ci sono solo serate in discoteca ma anche tutta la sottocultura legata ai rave a un determinato tipo di musica e stile di vita forse poco condivisibile ma che non si può ignorare e che finora non è mai stato analizzato dai media. Chi sono i ragazzi che producono una musica che molti ritengono solo un’insopportabile serie di rumori, che vivono in furgoncini attrezzati per girare l’Europa, producendosi le loro droghe, organizzando e allestendo feste illegali ovunque si fermino? La risposta a questa domanda ce la dovrebbero dare sociologi o antropologi, io mi limito a ricordare a tutti che esiste anche questa realtà e che è necessario fare il primo passo per confrontarci con essa dato che la spiccata antisocialità di questo stile di vita fa sì che quei ragazzi tendano a chiudersi nel loro ghetto.

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