14.08.1994
Un giorno, tanto tempo fra, Morgana, figlia del dottor Ramon Espada , affacciata alla finestra della casa, costruita sulla collina davanti al grande bosco, si accorse che qualcosa non funzionava nel verso giusto.
Quella mattina si era svegliata all’alba e aveva visto con la coda dell’occhio che, prima, un paio di galline che razzolavano normalmente libere sul prato si erano allontanate verso il bosco, poi, il cavallo di suo padre, pur continuando a pascolare, si avvicinava sempre più alla prima filiera di alberi che si estendeva come una grande barriera in fondo alla collina, poi ancora, prima Tigro e Miagolina, i gatti di casa e poi Thor e Kant, i due pastori tedeschi che, normalmente, non si allontanavano mai dalle vicinanze della casa, di cui erano i fedeli guardiani, si erano diretti anche loro verso il sentiero che si incuneava nel grande bosco.
Morgana, a quel punto, smise di giocare e cercò con lo sguardo di vedere se anche Zara, la femmina di pastore tedesco si fosse allontanata.
Il rapporto di amicizia fra Morgana e Zara era iniziato fin da quando la bambina arrivò alla villa nella sua carrozzina, dopo pochi giorni dalla nascita.
A quel tempo, Zara era già padrona del territorio, che controllava insieme ai due maschi che le facevano una corte spietata provvedendo a farle sfornare una nidiata di cuccioli quasi ogni anno.
Thor e Kant si limitarono a guardare da lontano il corteo formato dal dottor Ramon, la moglie, la suocera che spingeva la carrozzina e Belìta, la governante filippina che era corsa incontro alla macchina del dottore insieme a Junior, il marito giardiniere.
Zara, invece, approfittando di un momento di disattenzione delle donne, si issò sulle zampe posteriori per vedere cosa ci fosse in quella cuccia con le ruote e guardò con amore di madre la nuova arrivata poi corse verso la cuccia dove teneva i suoi piccoli e, presone uno con la bocca per la pelle della nuca, si diresse verso la carrozzina e depose il suo cucciolo vicino alla piccola Morgana.
Forse fu il suo modo di dire al dottore che aveva adottato la piccola come fosse una della sua cucciolata e, probabilmente, quando furono soli, glielo disse anche e… il dottore la ringraziò.
Già, perché il dottor Ramon sapeva parlare con gli animali e capiva cosa essi dicevano.
Ma ciò non era l’unica cosa “strana” che accadeva da quelle parti.
Quando il dottore e la moglie decidevano di fare una passeggiata lungo il sentiero che portava al bosco, si formava sempre una strana congrega.
Zara apriva la strada, poi veniva il dottore che spingeva la carrozzina con Morgana, ai lati della cuccia con le ruote si ponevano Thor a sinistra e Kant a destra, dietro seguiva la moglie del dottore con un ombrellino parasole bianco, dietro la signora si accodavano immancabilmente Tigro e Miagolina e, a volte, due o tre galline.
Quando Morgana imparò a camminare, pur seguita dalla madre o da Belìta, nessuno poteva tenere lontana Zara, che sembrava essersi presa l’incarico di vigilare sulla bambina…o forse l’aveva avuto dal dottore.
La casa era circondata da un muro di cinta lungo il quale correva una fila di alberi che aumentava la protezione dal vento e…dagli intrusi, sempre che Belìta non dimenticasse il cancello aperto.
Così, un giorno, mentre tutti erano nell’orto dietro la villa, accadde che il postino, suonando e non vedendo che qualcuno arrivasse a ritirare la posta, visto il cancello aperto, decise di avventurarsi all’interno del grande giardino per arrivare alla porta d’ingresso della casa.
Fu così che, dopo che un vicino li avvertì delle urla, trovarono il postino arrampicato sul melo che gridava aiuto, Thor che, impadronitosi della borsa delle lettere stava provvedendo a spargerle per tutto il prato e Kant e Zara che abbaiavano da sotto l’albero al malcapitato che aveva osato invadere il loro territorio.
Ci volle del tempo prima che i tre cani capissero che non dovevano prendersela col signor Mario, impiegato delle poste, che faceva solo il suo dovere, mentre Morgana capì subito perché i cani mordono i postini : di solito il postino suona e qualcuno arriva al cancello a ritirare le missive, facendo però capire ai cani, in quella maniera, che il postino non debba mai superare quel cancello.
Mentre, per i fedeli amici dell’uomo, una volta che il cancello venga superato, il postino, tal quale invasore, deve essere morso.
Ciò senza contare che se, invece, è il postino a mordere il cane, allora si tratterebbe di uno scoop giornalistico…
Poi, un giorno, la moglie del dottore non tornò più a casa da un viaggio e il dottore dovette pensare da solo alla bambina.
Morgana crebbe bella, buona e intelligente e il padre, accortosi che la piccola aveva ereditato quella “strana” dote, giorno dopo giorno, le insegnò a comprendere le lingue degli animali …e molto altro. Ma restò un segreto fra loro due e nessuno ne seppe mai niente.
Gli anni passavano e, durante un’estate caldissima, un giorno, poco dopo l’alba, Morgana si accorse che molti animali si dirigevano a gruppi verso la radura. Cercò Zara e le chiese se sapeva cosa fosse successo e perché quegli animali sembrava volessero nascondersi nel vicino bosco.
Zara spiegò alla bambina che non volevano nascondersi ma che andavano tutti ad un incontro perché era in programma che arrivasse la grande aquila a dare un messaggio importante. Morgana chiese se poteva andare anche lei e Zara le disse di seguirla da lontano senza farsi vedere, perché lei, in fondo, era pur sempre un’ umana.
Anche Zara si avviò verso il bosco e la bambina la seguì da lontano lungo il sentiero.
Quando arrivò vicino alla grande radura, si arrampicò su di un albero per vedere meglio cosa accadeva e vide un’infinità di animali diversi che si erano radunati al centro di un grande spiazzo e guardavano insistentemente verso l’alto.
Ad un certo momento arrivò dal cielo una grande aquila che si posò sull’alto pilone di cemento che sovrastava lo spiazzo.
La grande aquila rimase ferma a lungo sul pilone. Sembrava che osservasse uno ad uno la miriade di animali grandi e piccoli che erano arrivati per il “grande raduno”.
Piano piano, il coro di latrati, belati, squittii e rumori vari divenne prima un brusìo e poi silenzio. Anche gli uccellini del bosco avevano smesso di cinguettare. Solo allora, la grande aquila iniziò a lanciare i suoi sibili che tutti gli animali presenti tradussero nel proprio linguaggio.
La piccola Morgana, appollaiata in cima ad un albero, comprese, grazie alla particolare dote che aveva ereditato dal padre ed ai suoi insegnamenti, l’importanza di un discorso che andava molto oltre gli accadimenti di cui sarebbe stata partecipe quel giorno, in quel posto.
Aquila aveva parlato in nome del re degli animali – un vecchio leone africano che, sentito il Consiglio Generale degli Animali di tutta la Terra che, a sua volta, aveva avuto messaggi dai Consigli Nazionali Animali di ogni Paese, aveva così ordinato:
“Io, Re Leone 501°, sentito il parere del Consiglio Generale degli Animali di tutto il pianeta Terra, poiché la Grande Madre ha ormai dato segni inequivocabili di stare morendo a causa dell’uso irrazionale delle sue pur immense risorse da parte degli Umani, ordino che tutti gli Animali, domestici e non, che vivono a contatto con la razza degli Umani, rifiutino il cibo fin quando gli Umani non smetteranno di inquinare il pianeta. Sia dato ordine a tutti gli Animali che volano di portare il messaggio alle aquile di ogni Paese perché facciano conoscere questo editto in tutto il pianeta Terra”.
Morgana comprese di avere assistito ad un fatto importantissimo ma anche che lei era l’unica umana a conoscerlo. Doveva tornare subito a casa per avvertire il padre ma anche i suoi amici su internet. La fretta però è sempre una cattiva consigliera e così il piede le scivolò via dall’ultimo ramo e stava per cadere a terra. Invece finì fra le braccia del dottore.
“Papà, come mai stavi qui?”
riuscì a dire fra la contentezza di non essersi fatta male e lo stupore di aver trovato suo padre proprio in quel posto.
“No, no, piccola, la frase giusta era: meno male che stavi qui…”
rispose il dottore.
“Va bene, hai ragione…”
replicò la bambina frettolosamente mentre si liberava dalle braccia paterne
“…ma devo dirti una cosa importantississima. Sai, l’aquila gigante ha detto…”
stava continuando Morgana tutto d’un fiato ma, guardando l’espressione del dottore, capì che già sapeva tutto.
“Perché pensi che stessi qui anch’io? Zara mi aveva avvertito che un coniglio stava correndo in tutte le case ad avvertire gli animali di liberarsi per correre al raduno, ricordando che le aquile mica vengono tutti i giorni…”
Poi, prendendo al volo l’occasione, raccontò alla figlia:
“…Sai, l’ultima aquila arrivò prima della Seconda Guerra mondiale, per avvertire quello che sarebbe accaduto di lì a breve perché un topo tedesco era stato presente ad una riunione che Hitler aveva fatto con i suoi Generali ed aveva avvertito subito il gatto siamese dell’Ambasciatore inglese a Berlino ma Pascià, così si chiamava il micio, era stato intercettato da certi cani tedeschi di quella razza che veniva usata come cani da guerra e che obbedivano agli ordini delle SS naziste.
Accadde così che Rudolf, il topo tedesco cadde in una trappola e solo perché uno scarafaggio ebreo scampato alle persecuzioni aveva avuto il messaggio dal topo intrappolato, si seppe dell’imminente attacco…che però era già avvenuto da tre giorni, il tempo che Woody, lo scarafaggio, riuscisse ad attraversare la strada per arrivare fino alla tana di un topo inglese che, però, faceva il doppio gioco ed accettava formaggio anche dai tedeschi.
Così passarono altri due giorni di trattative e circa 2 etti di formaggio svizzero senza buchi prima che i sorci inglesi del controspionaggio riuscissero ad avere il messaggio. Ma questa è un’altra storia…”.
Disse il dottore accarezzando i lunghi capelli della figlia.
“Papà, cosa possiamo fare per salvare il mondo?”
chiese la bambina.
“Sai una cosa?”
rispose il dottore mentre tornavano verso casa, attenti a non calpestare la miriade di animali che stava lasciando il raduno attraverso lo stesso sentiero.
“Ho paura che, stavolta, ci sia poco da fare. I grandi non riescono a capire che stanno devastando l’unico pianeta che hanno a disposizione. Comunque cercherò di avvertire tutti quelli che possono fare qualcosa. Ho qualche amico politico importante…spero di riuscire a convincerlo. Ci vorrebbe un argomento al quale i grandi dessero molta importanza…”.
Più tardi, mentre Morgana, davanti al suo computer stava inviando e.mail a tutti i suoi amici per metterli al corrente di ciò che aveva sentito, le ritornavano in mente le ultime parole del padre:
“…Ci vorrebbe un argomento al quale i grandi dessero molta importanza…”.
Quella frase le ronzava nel cervello e sembrava rimbalzare contro un’infinità di porte chiuse poi, improvvisamente, una di quelle porte si aprì nella sua mente facendole intuire una soluzione : non sarebbe bastato il digiuno degli animali.
Gli Umani avrebbero potuto fare a meno di molti animali pur di portare avanti un’economia globale disastrosa che sembrava però non avere altra soluzione.
Di una cosa però la razza umana non avrebbe sicuramente potuto fare a meno…
Le e.mail di Morgana – con la spiegazione di quanto stava per avvenire nel mondo animale e l’invito a tutti i bambini del mondo di non accettare più cibo fino a quando ogni genitore non avesse richiesto ai politici del proprio Paese di interrompere qualsiasi uso dell’energia atomica e dal sito di “Morgana’s childrens will save the world” non fosse partito l’invito di ricominciare a mangiare – arrivarono, via internet, su ogni computer funzionante del pianeta Terra.
Al dottore sarebbe andato l’incarico di controllare che l’interruzione richiesta dai bambini fosse stata accettata in sessione plenaria da tutte le nazioni dell’O.N.U.
Di una sola cosa, infatti, non avrebbe potuto fare a meno la razza umana: quella di avere un futuro.
I bambini di tutto il mondo accettarono volentieri di rifiutare il cibo e di chiedere ai propri genitori di fare “quella cosa importante che avrebbe salvato il pianeta dalla distruzione”.
Il fatto poi che anche gli animali si comportassero incomprensibilmente come i bambini, fece sì che i politici di ogni Paese fossero subissati, dopo pochi giorni dall’inizio del “Grande Digiuno”, dalle richieste dei loro elettori di intraprendere ogni mossa per ottenere ciò che ogni bambino del mondo chiedeva per riprendere a nutrirsi.
Senza contare le uguali richieste dei loro stessi figli.
Sul sito di Morgana arrivarono migliaia di richieste da bambini che volevano sapere se i gelati o le patatine e le caramelle fossero compresi o meno nel “cibo” che non dovevano più accettare ma, in linea di massima, la battaglia dei bambini e degli animali fu vinta in poco più di dieci giorni.
Si videro madri che scesero nelle piazze coi bambini in braccio e padri che non andarono più al lavoro per rimanere a casa a convincere i loro figli a mangiare. Il tutto mentre in ogni fattoria gli animali, non mangiando, non producevano più latte né uova e iniziavano a dimagrire a vista d’occhio, anche perché gli uccelli, che conoscevano erbe speciali che servivano a rinsecchire più velocemente, le distribuivano a piene..zampe.
Tutti gli animali domestici fecero la loro parte ed i loro padroni non riuscivano a capire cosa stesse accadendo.
Quando, però, i primi bambini e molti animali domestici iniziarono a diventare gravemente ammalati e molti politici si rifiutavano ancora di aderire alle richieste dei bambini, milioni di madri inferocite cominciarono ad arrabiarsi sul serio e i politici non potettero fare altro che chiedere velocissimamente una riunione plenaria dell’ONU per firmare tutti insieme l’abbandono totale dell’energia nucleare.
Quando il dottore vide in mondovisione l’avvenuta firma del protocollo cui avevano aderito tutti i Paesi, disse a Morgana che era riuscita ad ottenere quello che aveva chiesto e che la battaglia per la salvezza della terra era stata vinta.
Morgana, circondata da tutti i suoi amici, si mise davanti al suo computer e inviò la fatidica mail:
“La terra è salva! Potete ricominciare a mangiare!…Ma, mi raccomando, ditelo anche ai vostri cari animali, loro capiranno ed eviteremo che muoiano senza più ragione. Il pianeta ringrazia!!!!”.
Aggiunse anche due faccine sorridenti.
Lo stesso giorno “da quelle parti dove accadevano cose strane” si vide un gran trambusto tra gli animali del posto e la mattina seguente, all’alba, tutti tornarono nel bosco. La grande aquila era già là ed osservava con occhi acuti il loro arrivo . Quando furono tutti presenti iniziò a lanciare i suoi sibili e tutti capirono il messaggio di vittoria e di fine ufficiale del “Grande Digiuno”:
“Re Leone 501° annuncia una grande vittoria ottenuta dagli animali e dai cuccioli degli umani. Potete ricominciare ad accettare il cibo da umani che, finalmente, hanno compreso l’importanza di vivere su questo pianeta senza tentare di distruggerlo. Il Re ringrazia tutti gli animali che hanno partecipato a questa grande battaglia e ricorda l’importante aiuto datoci dai cuccioli degli umani che, da oggi in poi, non dovranno mai più essere attaccati, feriti o uccisi da nessun animale, per nessuna ragione!”
La grande aquila diede un ultimo sguardo acuto e prese il volo dispiegando le grandi ali.
Sul limitare del bosco il dottore stava abbracciando Morgana e, con gli occhi lucidi, accarezzandole i lunghi capelli sempre più biondi le diceva:
“Sono orgoglioso di te. Sei stata bravissima!”
“Oh papà, se non mi avessi insegnato a capire il linguaggio degli animali e tutte quelle altre cose…” rispose Morgana ricambiando l’abbraccio.
Gli Animali, intanto, erano tornati alle loro occupazioni e la Grande Madre sembrava emettere un lungo sospiro di sollievo.
Gabriele, Ramon Siliano Giulio Maria
Spadaro Ratini
Barone di Santa Teresa di Riva e Corleone
con
Veronica, Valeria Frida Loreley Morgana
Spadaro Ratini
Baronessina di Santa Teresa di Riva e Corleone
(Ricordando un lungo viaggio durante il quale,
tanti anni fa, gettammo le basi della fiaba)