Mi attirava l’idea di poter tornare indietro nel tempo e poiché proprio quella sera, alle tre di notte, le lancette di tutti gli orologi avrebbero dovuto essere portate indietro alle ore due, non volevo mancare all’appuntamento fisico col momento virtuale in cui il tempo si sarebbe fermato e il mondo in cui mi fossi trovato avrebbe dovuto fare un inesorabile passo indietro. Così mi ero infilato nei vicoli di Roma e passeggiavo immerso nei miei pensieri senza una meta precisa. In verità sapevo, ormai mi accade spesso, che sarebbe avvenuta qualcosa. Passando davanti ad un negozio stranamente aperto, data l’ora, mi accorsi che si trattava di una bellissima libreria, intitolata ad “Amore e Psiche”, dall’architettura moderna con scalette in legno che portano agli scaffali più alti e con divani occupati da belle signore e uomini seriosi che ascoltavano la voce impostata di un giovane attore che recitava “lo scherzetto” di Cechov. Gli altoparlanti portavano fino in strada i versi dell’immortale scrittore declamati dall’attore con grande professionalità. La narrazione mi attirò inesorabilmente all’interno della libreria e l’ammirazione per lo scrittore russo crebbe in maniera esponenziale man mano che la narrazione andava avanti. Un mondo fantastico e purtroppo irreale, quello descritto da Cechov, ma decisamente un posto dove varrebbe la pena di vivere. Invece, a noi poveri mortali tocca una vita costellata di affanni e, per di più, da vivere in posti dove solo nelle “Soap” televisive si campa alla grande. Sembra che la maggior parte della gente si abitui velocemente ad ogni malessere, purchè gli si lasci la possibilità di sapere che altri stanno peggio di loro e che (pochissimi) altri vivono “alla grande” .
Se il prezzo della benzina o del pane lievita anche troppo velocemente non suscita lo stesso interesse della notizia sul nuovo amante della divetta di turno, che peraltro guadagna miliardi concedendo le proprie grazie, oltre che agli amanti di turno (che devono susseguirsi con ritmi vertiginosi, altrimenti non si rimane “all’altezza” della situazione) a lettori di ogni età che corrono a comprare riviste che ritengono di non avere probabilmente altro modo per attirare lettori se non quello di pubblicizzare ai quattro venti la resa del femminismo e la cultura del sesso. Da contrapporre, ovviamente, all’obsoleto romanticismo, all’amore con la “A” maiuscola (qualcuno sa ancora di cosa si trattava?), ad una rosa rossa… come la passione, sostituita ormai da una bugiarda rosa blu, che però fa tanto “single” e poi va tanto di moda…
G.S.R